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Necharsulmer

Museo del Ciclismo Gino Bartali

Tipologia:
Sala: Bicicletta

Descrizione

Bicicletta costruita dalla Necharsulm , in Germania, modello corsa risalente al 1905 . Monta il solo freno posteriore , ritenuto molto più efficiente dell'anteriore . La Casa tedesca fu fondata nel 1873 da Christian Schmidt ed Heinrich Stoll, due giovani meccanici che registrarono la ragione sociale Mechanische Werkstätte zur Herstellung von Strickmaschi-nen (Officina meccanica per la costruzione di macchine per maglieria). Un progressivo calo di domanda nel settore della macchine per maglieria fu alla base dell'esigenza di diversificare la produzione: per questo, a partire dal 1886, la fabbrica cominciò ad occuparsi anche della produzione di velocipedi biciclo. Il modello Germania in particolare fu molto apprezzato dalla clientela. La sua fama oltrepassò anche i confini tedeschi e le vendite raggiunsero un buon livello anche all'estero. La Neckarsulmer Strickmaschinenfabrik fu la prima azienda nel Baden-Württemberg ad occuparsi della produzione di bicicli. A partire dal 1888 la produzione si estese ulteriormente con l'introduzione di una vera e propria bicicletta. Degni di nota furono i model-li Gazelle e Pfeil, che riscossero anch'essi un buon successo. Tuttavia, fu proprio a partire dal 1898 che anche per la bicicletta cominciò a manifestarsi un trend negativo: per questo motivo, di lì a non molto, alla fortunata produzione di biciclette si affiancò anche quella motociclistica. Il primo modello prodotto e commercializzato fu introdotto nel 1901 Quello delle due ruote fu il comparto che fece universalmente conoscere il marchio teutonico, grazie anche ai notevoli successi che la casa ottenne nelle competizioni motociclistiche. Nel giro di pochissimi anni, già molto prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la fabbrica divenne il primo costruttore di motociclette al mondo, surclassando realtà industriali già ampiamente affermate come la Peugeot. Nel 1904 cominciò ad apparire per la prima volta la sigla N.S.U., scritta con i puntini fra una lettera e l'altra, mentre il numero di dipendenti salì a 700. La crescita industriale non si arrestò, anzi, un'ulteriore grande novità stava per interessare anche la produzione della fabbrica sveva: l'avvento dell'automobile.

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