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Maglia Giro d'Italia Alfredo Martini

Museo del Ciclismo Gino Bartali

Tipologia:
Sala: Maglie

Descrizione

Toscano doc e grande amico di Bartali. Fin da giovane ha coltivato la passio-ne per il ciclismo. Non vincerà molto in carriera , ma sarà un grande gregario conteso da tutti i big . Aveva una tenacia incredibile che si può facilmente comprendere ripensando alla tappa appenninica Firenze-Bologna del Giro 1948, quando dopo essere stato travolto da un ammiraglia si rialza e sangue dal volto, bici e corpo ammaccati, Martini riprese la corsa perché così doveva comportarsi un gregario. Anche grazie al sacrificio di Alfredo, quel Giro 1948 fu vinto dal suo capitano Fiorenzo Magni, un campione che aveva idee politi-che antitetiche alle sue. Ma durante la corsa, tra la polvere delle strade sterra-te in salita e i tornanti percorsi in picchiata in discesa, vigeva solo l’ideale della fedeltà del gregario al proprio capitano, solo il linguaggio universale del ciclismo e della fatica. Corridore vincente da dilettante, da professionista ha vinto poche ma significative corse: un Giro dell’Appennino e un Giro del Piemonte, una tappa del Giro d’Italia 1950, durante il quale vestì per un solo indimenticabile giorno la maglia rosa al traguardo di Brescia, quella qui esposta ! Fu al servizio di Bartali, Coppi, Magni che se lo contendevano per averlo al proprio fianco, avendo ben compreso la forza e la sagacia tattica di quel ragazzo. Fu decisivo nello spalleggiare il Campionissimo nelle vittorie dei due Tour de France 1948 e 1952. Dopo una ventina d’anni dalla fine della sua carriera, la seconda vita nel ciclismo Martini l’ha interpretata nel ruolo di direttore sportivo, vincendo il Giro d’Italia 1971 con lo svedese Gosta Pettersson. Nel 1975 fu nominato Commissario tecnico della Nazionale italiana, incarico ricoperto fino al 1997. Da ricordare le vittorie con Saronni , Moser, Bugno , Fondriest e Arentin .

Photo and Text Credits:

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